DISCOM “Automoto”(Deco /Demos 2002)
Automoto è il secondo disco del duo francese Lionel Fernandez ed Erik Minkkinen pubblicato dalla loro etichetta personale, la “Deco”. Bastano pochi istanti per capire su quale circuito ci troviamo: il loro è un condensato glitch-pop tanto devoto ai padri Mouse On Mars quanto a tutta una serie di figli più o meno legittimi (Dat Politics) e anche qualche zio di secondo grado (Pan Sonic, Ikeda). E’ un suono a cui volendo abbiamo anche fatto il callo, ma raramente negli ultimi mesi l’abbiamo visto proposto in modo così convincente. Scorrendo le note che accompagnano il cd è facile capire come siano riusciti a maturare un disco così ben fatto: leggiamo infatti esibizioni in molti dei più importanti festival europei e internazionali, al fianco di personaggi come Jamie Lidell, Fennesz, Ikeda, Farmers Manual, Nobukazu Takemura, tanto per citare i più famosi, ma sono davvero tanti. Una serie di ottimi pezzi quindi: si va dai suoni marziani (nel senso di Mouse On Mars) di Code Colo ai melodiosi “errori” di Formol, e Plexu Glass fino agli scarti noise di Palladium/love ultrabrite; e c’è almeno un capolavoro, la conclusiva Code Couleur, che apre interessanti scenari in chiave glitch-wave.
Aggiunto: May 29th 2003
Recensore: Alfredo Rastelli

Discom - Automoto (Deco, 2003)
Ieri un mio amico che possiede un negozio di dischi mi chiedeva il senso di promuovere o addirittura di fare dischi come l'ultimo dei Black Dice; sinceramente ho fatto fatica a rispondergli perchè non è una domanda a cui è facile trovare una risposta ed in secondo luogo perchè mentre me li faceva ascoltare pensavo a quanto fossero fighi. Il CD dei Discom potrebbe rientrare nella stessa categoria dei Black Dice e cioè di quei dischi per i quali le definizioni non hanno più senso e per cui trovare punti di riferimento diventa una scommessa. Dietro a Discom ci sono Lionel Fernandez ed Erik Minkkinen; se i due nomi non vi dicono nulla, vi basti sapere che negli ultimi tre anni i due hanno collaborato con Fennesz, Tukjio Nokiro, Gel, Nabukazu Takemura, Pita, Taylor Dupree, So Takahashi e Haker. Oltre ad esibirsi un po' ovunque, dal Sonar al Giappone, da Berlino a Parigi, i due Discom hanno avuto l'indiscutibile onore di far parte della Mego Powerbook Orchestra. Elettronica? Pop? Glitches? Difficile trovare dei termini per inquadrarli, si potrebbe dire dei Mouse On Mars più "giocattolosi", dei Panasonic meno estremisti, ma nulla che ricordi troppo i gruppi fin qui menzionati. Emiliano dice che a suo modo Automoto sia un disco pop e non si sbaglia, ma se pop deve essere, che lo sia su Marte! Suoni random per giocattoli impazziti, sbalzi di volume, "collages digitali" a cui si fatica a dare un senso, eppure dal marasma digitale si affaccia una minima idea di base che si accompagna alla melodia. Fernandez e Minkkinen ritornano a quello stadio fra gli zero ed i due anni in cui tutto è possibile ed in cui tutto deve ancora prendere forma; Berkley (Berkley?) li avrebbe amati.
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DISCOM / Automoto / Deco
Ecco qui sì che la testa comincia a farsi vorticare da un miraggio che va in girandole sguscianti e ammiccanti lo svanimento. Eccolo qua un perfetto missaggio da far invidia ai fantasmi più timidi e sfuggenti con in testa manie di grandezza e di manifestazione in grande stile. Ma nessuna creazione spettrale e soprattutto, questo è il bello, nessuna catena a ciondolare impaurente un ascoltatore magari un po’ preso da una soggezione da scacciare all’istante subitaneo. E’ un allegro proliferare e crescere e partire per immaginifiche tangenti fibrillanti. E’ chiaramente una lotta aerea che non disturba ed attrae lo sguardo perso da tempo. Roba da pazzi. E’ evidente. Un immaginifico roteare stretto stretto. Tutta roba digitalelettronica per veri appassionati di balzi nel futuro (che se c’è è per davvero) frantumato. Olè. Ecco a voi i Discom (gente che da un paio di anni a questa parte ha suonato con Fennesz e con Pita, con Ikeda e con Nobukazu Taakemura a Berlino come a Tokio, a Montreal come al Sonar di Barcellona e a Parigi), padroni di casa nella loro etichetta Deco. Ecco a voi Automoto. Roba da cose tipo la Mego powerbook orchestra…non so se mi spiego?!? Un’istallazione mentale (da un punto di vista sonico estremista con un tocco addolcito) di fuochi d’artificio impazziti che sanno come tornare a casa. Una tecnoambient che ha perso tutte le rotelle, e i venerdì di qui al duemilasette, completamente impazzita nella nevrosi di ricercare una bussola scassata inutilizzabile ed inutile a questo punto. Il punto di ripensare i punti cardinali. Qualcuno di quei giochi di luce evanescenti che sanno imprimersi nella memoria anche inconscia, quelli che piacciono ai bambini che imparano a parlare una lingua a loro ancora sconosciuta. Roba che tra un po’ potrà piacere anche agli ultrasonici da salotto. A patto che sia vario e colorato ‘sto salotto. Anche da tenui fluorescenze. E ben frequentato soprattutto da ospiti che gradiscono te’ dai profumi (non tanto dai sapori) esotici. Comunque molto comodo sia il sofà che le poltrone. Vi prego continuate…
Giovanni Vernucci
www.succoacido.it